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Il report

Fbi contro i cattolici, restano le ombre sui mandanti

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Rapporto dell’ispettore generale del Dipartimento di Giustizia: le azioni dei federali contro i cattolici violano gli standard dell’Fbi, ma sono privi di «intenti malevoli». Un report che lascia molte ombre. E intanto l’Fbi lascia correre sui manifestanti pro Hamas.

Attualità 29_04_2024
Michael E. Horowitz (set 2021, foto Pool via AP/LaPresse)

L’ipocrisia o, meglio, la palese partigianeria con la quale agiscono l’Fbi e il Dipartimento di Giustizia sotto la guida dell’amministrazione Biden è sempre più sotto gli occhi di tutti. Nei giorni scorsi l'ispettore generale del Dipartimento di Giustizia, Michael E. Horowitz, ha finalmente inviato al Congresso il suo report sugli abusi, i comportamenti intimidatori, gli agenti infiltrati dell’Fbi e le relative ‘schedature’ dei cattolici che seguono la liturgia tradizionale, il Catechismo romano e recitano preghiere care al popolo di Dio.

Il nuovo report lascia ancora moltissime ombre sulla volontà politica di perseguitare e intimidire i cattolici, mentre la compiacenza dell’Fbi nei confronti degli studenti universitari pro Hamas protagonisti di queste settimane, spalanca nuove certezze sul doppiopesismo politicamente orientato di certa giustizia e polizia. Ebbene, secondo il report del Dipartimento di Giustizia, le azioni poste in essere dall’Fbi sulle possibili minacce rappresentate dai cattolici «radicali-tradizionalisti» violavano gli standard professionali, ma non avevano «intenti malevoli».

Il memorandum dell'Fbi, di cui più volte ci siamo occupati sulla Nuova Bussola, era stato redatto dall’ufficio dei federali di Richmond alla fine del 2022, completato da altri autori nel gennaio 2023 e ispirato ai lavori dell'organizzazione di estrema sinistra Southern Poverty Law Center. In esso si descrivono come potenziali minacce i così chiamati «estremisti cattolici» che partecipano a celebrazioni in rito antico, recitano Rosari e dimostrano la loro contrarietà alle normative pro aborto e pro transgender di Joe Biden e colleghi, apparendo al contrario più propensi a sostenere le proposte pro vita dei repubblicani e di Donald Trump.

Dall’inizio del 2023, i repubblicani hanno voluto giustamente approfondire e denunciare questo atteggiamento totalitario contro i cattolici. Grazie alle indagini del Congresso, il memorandum era stato quindi rapidamente ritirato, con i massimi funzionari delle forze dell'ordine e dell’Fbi che, talvolta in modo palesemente grottesco, avevano ripetutamente preso le distanze da esso.

A rinfocolare sospetti e polemiche è proprio il report dell'organo di controllo del Dipartimento di Giustizia che ha rilevato come gli agenti dell'ufficio dell'Fbi di Richmond, in Virginia, abbiano impropriamente «confuso le convinzioni religiose degli attivisti con la probabilità che si impegnassero nel terrorismo interno», dando l’idea che fossero presi di mira per la loro fede.

Tuttavia, non si sarebbe trovata alcuna prova che «qualcuno abbia ordinato o imposto» ad altri di indagare sui cattolici a causa della loro fede e pratica religiosa. Scusate, ma chi si poteva ragionevolmente attendere che, ben più di un anno dopo la scoperta del memorandum interno e dell’indagine del Congresso e forse ancor più dall’inizio delle pratiche di controllo e schedatura, l’Fbi lasciasse prova di ordini scritti sulle vere ragioni dell’iniziativa anti-cattolica?

Ovviamente, il direttore dell’Fbi, Christopher Wray, messo sotto torchio più volte dal Congresso per questi comportamenti e queste improprie indagini politiche, si è compiaciuto che la revisione dell'ispettore generale sia stata in linea con quella interna all’Fbi, cioè che «non c'era alcuna intenzione o azione intrapresa per indagare sui cattolici o su chiunque altro in base alla religione». I repubblicani, guidati dal deputato Jim Jordan, presidente della Commissione Giustizia della Camera, e dal senatore Charles E. Grassley, che fa parte della Commissione Giustizia del Senato, hanno chiesto comunque altre ed esaustive risposte a Wray e ad altri funzionari del Dipartimento di Giustizia, perché il rapporto ha lasciato alcune importanti domande senza risposta, tra cui la decisione dell'ufficio di cancellare i file associati al memorandum, dunque tutte le prove della volontà politica di perseguire i cattolici rispettosi del Catechismo.

Anche per queste ragioni, il direttore dell'Fbi è accusato di ipocrisia per aver permesso di indagare e intimidire genitori preoccupati dell’educazione dei figli, sostenitori di Trump e cattolici americani, ma non aver fatto ancora nulla né tantomeno «monitorato» i raduni e le proteste pro Hamas nei campus universitari. Anzi lo stesso Christopher Wray ha respinto tale idea, limitandosi a dire che l’Fbi non monitora le «proteste» antiebraiche nei campus universitari ma si limita a condividere «informazioni solo su specifiche minacce di violenza». Una conferma inquietante dell’uso politico e asimmetrico dell’Fbi di ispirazione “democratica”, che ha fatto finta di nulla rispetto a chissà quanti sinistri vandali che hanno distrutto sinora centinaia di centri pro life e chiese e, di questo passo, non interverrà contro gli stessi terroristi che oggi minacciano ebrei e sinagoghe.



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